Molto tempo fa gli Elfi della Notte si scontrarono contro la Legione Infuocata nella battaglia degli Antichi. La regina degli Elfi della Notte, Ashara, a quel tempo assetata di magia, si alleò con la Legione Infuocata in cambio di questa stessa magia. Essa riunì alcuni Elfi della Notte e li chiamò Antichi. Anch’essi, come la loro regina, erano assetati di magia e quindi la seguirono senza indugiare. Ma la guerra degli Antichi finì male, perché la Legione perse la battaglia e Sargeras, il creatore della Legione morì.
Stranamante gli Elfi della Notte diedero loro un’altra possibilità per rimettere a posto le cose, ma essi erano troppo assetati di magia così furono banditi nei Regni Orientali, in una penisola che divenne poi il Regno di Quel’Thalas. Da quel giorno gli Antichi cambiarono nome e divennero gli Alti Elfi. Essi parteciparono a molte guerre, come quella contro i Troll e le guerre degli umani contro l’Orda degli Orchi, ma nella terza guerra il principe decaduto di Lordaeron, Arthas, richiamò a sè un esercito di morti che invase Quel’Thalas.
Il capo dei ranger di Silvermoon, Sylvanas Windrunner, cercò in tutti i modi di proteggere il reame incantato, ma fu sopraffatta da Artahs e morì davanti ai cancelli di Silvermoon, per poi essere riportata in vita sottoforma di Bashee per servire Artahs stesso. In quella guerra morì anche il re degli elfi, Anasterian Sunstrider. Suo figlio, Kael’Thas Sunstrider, che si era recato alla magica città di Dalaran per approfondire il suo sapere magico, tornando a Quel’Thalas la trovò distrutta, e volle vendetta per la sua patria devastata.
Radunò gli ultimi Alti Elfi rimasti in vita e li chiamò Elfi del Sangue, in onore a quello versato dai loro compagni per difendere inutilmente la loro patria, e scacciò gli spettri oscuri dalle foreste di Quel’Thalas. Ma ormai la loro antica fonte di magia era distrutta, e quindi erano condannati a morire. Un giorno però Kael’Thas decise di seguire il demone Illidan Stormrage nelle Outland per consentire al suo popolo di usufruire di una nuova fonte di energia: il sunwell.
Quando Kael’Thas riuscì a incalanare la fonte di energia sottratta ai demoni delle Outland, mandò a Quel’Thalas Rommat, un messaggero, per comunicare al popolo degli Elfi del Sangue che aveva una nuova fonte di energia. Siccome ormai gli Elfi del Sangue erano visti di cattivo occhio da parte dell’ Alleanza, che li aveva scacciati, essi si unirono all’Orda. Oggi gli Elfi del Sangue vivono a Quel’Thalas e aspettano con pazienza il ritorno del loro sovrano, il re Kael’Thas.
Il costume è frutto dell’unione della versione originale nel set con delle varianti presenti della fanart che riprende il personaggio di Aleya Albagenita, famoso personaggio epico del medesimo gioco di carte. Alla base di tutto c’è un body sul quale sono stati cuciti dei nastrini per riprendere la trama del disegno grigio.
Ho iniziato dalla parte peggiore: le spalline. Sono state un vero e proprio esperimento ma il risultato è stato inaspettatamente positivo!
Per iniziare ho fatto tutti i modelli di ogni singolo pezzo su carta. Tutta la struttura è montata su degli esagoni collegati con il fil di ferro in modo da formare uno spigolo di 90° sopra il quale ho realizzato un’ intelaiatura sempre con il fil di ferro che ho ricoperto di scotch e cartapesta. Praticamente ho realizzato due modelli in 3D cavi, con solo lo scheletro di fil di ferro (quindi leggerissime!)
I libri sono in cartone e sono stati applicati in un secondo momento, così come i rombi laterali. I dischetti sopra i libri in realtà sono… i gommini che separano i dischi nelle campane dei DVD!!
Anche i coltelli sono stati realizzati in un secondo momento con il cartone, delle bacchettine di legno e dei pomelli di das. Per trasportarle meglio (e dopo alcuni test) ho deciso di far sì che i coltelli si potessero togliere e mettere con l’ausilio di una striscetta di velcro adesivo. Tutto a giro su ogni spallina c’è un cornicione di das (materiale che SCONSIGLIO perché appesantisce troppo), sotto alla spallina ho incollato un rotolino di stoffa rossa riempito con la gommapiuma per abbellire ulteriormente il complesso.
Uno degli errori di cui mi pento parecchio è stato non pensare PRIMA a come fissare le spalline… quindi una volta finite le ho dovute bucare da sotto per realizzare l’incavo che si sarebbe poi appoggiato sulla spalla con il velcro ad una mantellina.
Per fissare la mantellina al vestito ho usato degli elastici che passano sotto alle ascelle e che poi si attaccano dietro con il cappuccio di raso abbellitto con i soliti glitter (gli stessi della gonna). Non è molto comoda perché non mi permette di muovere tantissimo le braccia.. ma era l’unico modo per fissare le spalline al vestito.
La mantellina è collegata ad un bavaglio a cui ho fissato la restante parte del costume, una lunga cravatta di raso giallo e nero che passa in mezzo alla cinta all’altezza della vita, tutta dipinta a mano con colori per la stoffa e che viene fissata in determinati punti con il velcro.
La maschera è stata realizzata a partire da una esistente che ho allungato con materassina e fil di ferro, e ricoperta da soliti 2/3 strati di cartapesta, infine spruzzata con la bomboletta aiutandomi con dello scotch di carta per fare le linee dritte. Il realtà il costume avrebbe un casco integrale che ho semplificato riducendolo alla suddetta maschera per comodità (tra l’altro la maschera è una cosa che tengo poco e niente perché la materassina in faccia è devastante.. scioglie il trucco in pochi minuti!)
Andiamo alla parte inferiore: la gonna è stata realizzata a parte sul cotone pesante nero con degli spacchi laterali (personalizzati, perché non esistono in realtà!) e delle strisce di una stoffa a costine splendida color rosso porpora che mi ha subito fatto innamorare. In cima alla gonna ci sono degli occhielli che reggono le catene. I cerchietti neri sono stati realizzati in cartoncino e cuciti direttamente sulla stoffa. Le decorazioni a forma di fiamma sono state realizzate con un glitter per la stoffa (marca Marabù) a partire da uno stencil in cartoncino.
La cintura è collegata ad una sopragonna di raso bordata con un nastro grigio. E’ stata realizzata con un misto di stoffe (cotone, raso..), e lo stemma dello scudo al centro è stato realizzato in das, incollato ad una spilletta per essere facilmente rimosso.
Le scarpe sono state un parto, le ho rifatte per ben due volte ma non riesco ancora a trovare una soluzione ottimale.
L’ideale sarebbe partire da degli stivali di una buona altezza già colore oro, ma fino ad ora ho solo distrutto un numero infinito di scarpe con la vernice che poi si sono miseramente crepate! Nella seconda versione degli stivali portata a Lucca l’anno successivo, le placche sono state realizzate con delle scaglie sovrapposte di forex collegate con degli elastici e sovrapposte per dare l’idea di armatura a più pezzi.
Il libro è stato realizzato a partire da un portalettere che avevo a casa (i cosplayers non buttano mai niente, ricordatevelo!), riadattato per farlo sembrare reale con delle stampe su misura per simulare le pagine laterali e delle gemme incollate sopra per abbellire.
L’interno del libro è vuoto quindi il suo peso è minimo, e il suo interno nasconde un doppiofondo di cartone sotto al quale è disposto un circuito elettrico a pile che fa accendere delle rune esterne realizzate con fori e lastre di carta acetata colorata!
La spada è stata realizzata in un secondo momento in legno di paulonia (leggerissimo), colorata in una notte di follia con acrilici a sfumare e glitter (gli stessi usati per il vestito). Che dio benedica i miei amici che mi hanno dato una mano in quella notte di follia e disperazione (perché mi riduco sempre all’ultimo minuto, specie con le armi?)